Ti sei trovato a Lucca Comics dello scorso anno a rivedere in anteprima
la versione restaurata di Cowboy Bebop the Movie: Knockin'
on Heaven's Door
che viene riproposto in questi giorni nei cinema. E lo hai rivisto volentieri,
nonostante tu abbia perso una pomeriggio alla fine della fiera .
Spina dorsale dell’Anime Night
di quella Mtv che ancora non era un concentrato di progesterone e tizie che
sono incinta prematuramente, lo hai iniziato a guardare li, in un vecchio
televisore a tubo catodico, sul finire degli anni 90. Probabilmente non avevi
afferrato bene il suo fascino. Lo hai recuperato qualche anno fa e da allora
basta. E’ stato assolutamente amore a
seconda vista. E’ stato il primo
bagno nella cultura degli anime e non ne sei più uscito da quel tunnel.
Ambientato nel 2071 parla delle avventure della ciurma del bebop, in
un mondo dove la terra non è più praticabile a causa di un disastro che ha
distrutto la luna. L’umanità è quindi dispersa tra venere e marte, la
criminalità vige sovrana e si torna ad un sistema di taglie che ricorda quello
del vecchio west.
Nel film un terrorista, alla vigilia di
Halloween rilascia un virus che uccide 500 persone. Scoprire, chi è, cosa vuole
e perché lo fa si potrebbe rivelare complicato per la ciurma del Bebop, ma la
taglia, 300 milioni di Woolongs, è molto
ghiotta. Il film a tutti gli effetti una puntata estesa della serie. Il che non
è negativo, infatti i personaggi sono gli stessi, il cast è lo stesso, l’ottimo
Shin'ichirō
Watanabe dirige il tutto sapientemente. Le animazioni, dato il budget
più elevato, sono splendide, si veda la sequenza prima dei titoli di testa che brilla
per inquadrature e scene di lotta. I
disegni sono magnifici e la città, in quel misto di tecnologia anni ’90 e
futuristica è bellissima, caotica e perfetta. E si vede il solito mix di generi che
accompagna la serie e che ti ha conquistato che fa dall’hard boiled, al noir,
ai film di arti marziali di honk kong.Yoko Kanno in stato di grazia compone una
colonna sonora bellissima, sono giorni che canticchi “Ask DNA”, e “Gotta knock a
little harder.
Rivedere il film è stato come rincontrare vecchi amici che non vedevi
da un decennio. Ti lascia quel sapore agrodolce di nostalgia e di storie che
sai già come finiranno. Alla fine la serie di questo parlava. Non di una storia,
ma della fine di una storia. Di quattro perdenti . Il film si può collocare tra
la 22 e la 23 puntata della serie e per alcuni ne rappresenta il vero epilogo.
Tu non sei di questa scuola. Ne parlavi tempo fa con un amico, che aveva appena
visto su tuo consiglio, la serie. E ti sei ritrovato a dire che si,
effettivamente il film non ha molto senso. Alla fine ti trovi a pensare : “Mbeh,
e allora?”. Il film non aggiunge niente alla perfezione nichilista della
serie. Almeno per te. Manca un messaggio di fondo, qualcosa da
veicolare che vada oltre la serialità. O forse è proprio li il messaggio. Nella
sua stessa assenza, in linea con il vuoto nell’animo dei protagonisti. E forse
anche nel vuoto e nel magone che ti lascia uscire dalla sala sotto un cielo
grigio. E vorresti tanto fumare per poter assaporare una sigaretta storta.
You are gonna carry
that weight, space cowboy.